domenica 28 novembre 2010

WikiLeaks, perché Frattini è così preoccupato?

Il ministro Frattini, di solito calmo e compassato, da quando è stata annunciata la pubblicazione di documenti segreti della diplomazia americana da parte di WikiLeaks, è in fibrillazione. Ha evocato persino un complotto internazionale. Tanto ha detto e tanto si è agitato che si sono sorpresi persino gli americani, quasi a dire: ma non dovremmo essere noi a sentirci imbarazzati?

Questa vicenda, per vie sicuramente traverse e irrazionali, mi ha fatto ricordare una storiella raccontata nel film "Sindrome cinese". Riassumo. In un villaggio pellerossa un guerriero chiede udienza al capo e gli chiede con che criterio scelga i nomi dei nuovi nati. Semplice, risponde il capo, esco dalla tenda e se in quel momento vedo un'aquila volare in alto nel cielo lo chiamerò Aquila Che Vola Alta Nel Cielo; se vedo un cervo che corre veloce lo chiamerò Cervo Che Corre Veloce. Ma dimmi Due Cani Che Scopano, perché sei così interessato?

L'esorcismo e il tradimento

Avete notato con che frequenza Silvio Berlusconi accusa di crimini e reati, politicamente parlando ovviamente, le altre forze politiche? Quasi un'ossessione. Criminale andare alle urne ("ma tanto stravinciamo noi"); un reato negare la fiducia al governo da parte di Futuro e Libertà.
Che l'attuale presidente del consiglio sia tra i politici meno misurati di sempre, è cosa nota. Ma perché tanta insistenza sui reati e crimini altrui?
Con tutte le inchieste che lo coinvolgono, direttamente o indirettamente, penalmente e non politicamente, non sarà un esorcismo?

L'altro ritornello berlusconiano di questi giorni è il tradimento. Se i parlamentari di Futuro e Libertà non voteranno la fiducia al governo il prossimo 14 dicembre, saranno tacciati di tradimento nei secoli a venire.
Impossibile non andare con la memoria al primo governo Berlusconi, silurato dopo sei mesi di vita per iniziativa della Lega di Bossi. Anche allora l'accusa fu di tradimento. "Mai più con la Lega" disse Silvio Berlusconi. Ma sappiamo bene che non è andata così. La Lega è tornata ad essere un buon alleato, anzi il migliore, anzi l'unico rimasto, in effetti.
Ogni lunedì Berlusconi e Bossi cenano assieme. Uomo di parola Berlusconi!
Diamo tempo al tempo e, forse, alle cene del lunedì aggiungeranno un posto a tavola.

mercoledì 24 novembre 2010

Sappada, il corto circuito leghista

Il comune di Sappada vuole abbandonare il Veneto e passare col Friuli Venezia Giulia. Dopo un referendum consultivo ora c'è il via libera della regione friulana e un'apposita proposta di legge è stata presentata in parlamento.

Sappada al Fvg, voto favorevole in Consiglio regionale al documento presentato dall’Udc.

Col documento approvato il Consiglio regionale chiede al Parlamento e al Governo di «procedere prontamente all’esame e all’approvazione di una legge» per il passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia.
Tra le file della maggioranza si è astenuto soltanto Roberto Marin (Pdl) mentre tutti gli altri, compresa la Lega Nord, nonostante la contrarietà del presidente del Veneto, Luca Zaia, hanno dato il loro via libera.

Un voto che esalta la logica tutta leghista del pronunciamento. A Sappada la maggioranza dei cittadini ritiene più conveniente passare a una regione a statuto speciale, spera cioè in maggiori finanziamenti e benefici.
E gli altri comuni del bellunese? Questa è una domanda che non ha cittadinanza fra i promotori. «O il Veneto capisce i nostri problemi – ha affermato il rappresentante del Comitato - o glieli faremo capire in massa».

Il richiamo di Zaia, presidente della giunta regionale del Veneto, al federalismo come vera soluzione ai problemi, non arriva alle pance dei leghisti di Sappada e cade penosamente nel vuoto.

http://ilpiccolo.gelocal.it/dettaglio/sappada-al-fvg-voto-unanime-in-consiglio-regionale/2814525

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2010/23-novembre-2010/sappada-friuli-udc-si-ribella-non-cosi-che-si-risolvono-problemi-1804229632821.shtml

lunedì 22 novembre 2010

Finanziaria 2011. Il 5 per mille ridotto a un quarto

Taglieggiate le associazioni no profit. Qualunque sia il gettito riceveranno solo 100 milioni.

da Il Sole 24 ore del 19/11/2010 ' Il 5 per mille ridotto a un quarto scatena la protesta del no profit. Il voto sulla finanziaria alla Camera ' di Elio Silva.
Anche il 5 per mille, il principale esempio di sussidiarietà fiscale vigente (benché mai andato a regime, visto che dal 2006 viene riproposto annualmente in via provvisoria) paga dazio alle esigenze della finanza pubblica e dimagrisce dai 400 milioni del 2009 a soli 100 milioni.

Ieri, con una nota congiunta, tutte le principali organizzazioni no profit di secondo livello, dal Forum del Terzo settore alla Consulta del volontariato, da Csv.net alla Convol, hanno chiesto ai parlamentari un atto di responsabilità, per «onorare gli impegni, non colpire i servizi sociali e non togliere quelle risorse che i cittadini destinano al volontariato».

«Non toccate il 5 per mille» è anche la parola d'ordine di un appello indirizzato ieri al Parlamento e ai presidenti delle due Camere da un centinaio di associazioni e Ong, primi firmatari Emergency, Libera, Gruppo Abele, Greenpeace, Medici senza frontiere, Mani tese e Coordinamento dei network internazionali. «Il taglio è destinato a ripercuotersi sull'operatività delle organizzazioni del Terzo settore - denunciano le Onlus - che hanno dimostrato, negli ultimi anni in modo ancora più evidente, una professionalità elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e all'estero e motivo di orgoglio per il nostro paese».

«Le risorse diminuiscono proprio quando c'è più bisogno», lamenta Marco Granelli, presidente di Csv.net, il coordinamento dei Centri di servizio per il volontariato. «Giocare al ribasso significa prendersi gioco del principio di sussidiarietà, visto che la misura istituita nel 2006 riguarda un'erogazione decisa dai contribuenti, per la quale lo Stato dovrebbe svolgere solo il ruolo di intermediario».

lunedì 19 aprile 2010

Galan ministro alle mozzarelle

"E' il ministro alle mozzarelle". Con queste parole Giancarlo Galan definiva Luca Zaia quando quest'ultimo, da ministro per le politiche agricole, gli insidiava la poltrona di governatore del veneto.

Dopo la definitiva designazione di Zaia alla carica di presidente della giunta regionale, Galan aveva manifestato l'intenzione di diventare imprenditore. Ma è stato solo un momento!

Ora è Galan il ministro alle mozzarelle: lo scambio è fatto. "Tu al posto mio e io al posto tuo" e nessuno rimane senza poltrona.

sabato 3 aprile 2010

Pillola RU-486. La sanità "federalista" di Zaia e Cota

Zaia e Cota, delirio di onnipotenza o trucchetti da cacciatori di consensi facili?
L'elogio del Vaticano
Bersani: "Non sono imperatori"

Il trattamento con la pillola RU-486 come alternativa all'interruzione volontaria della gravidanza per via chirurgica, è stato approvato dai competenti organismi nell'ambito della Legge 194 del 1978.
Il farmaco è già stato adottato in 30 paesi, tra cui la Francia, la prima, tutti i paesi del nord Europa, e persino uno stato a religione islamica come la Tunisia.

I presidenti delle giunte regionali del piemonte e del veneto, nominati da poche ore, non hanno perso l'occasione per mettersi, come diciamo in veneto, dalla parte del formenton - non so come si dica in piemontese, pardon - e gridare "Mai nei nostri ospedali". Mutuando la propria linea sugli OGM, Zaia ha sentenziato "Non daremo mai l'autorizzazione".
Grande rilievo sui mezzi di informazione. Tutti parlano di Cota e Zaia. La chiesa, con monsignor Fisichella, abbocca istantaneamente e plaude a "atti concreti che parlano da soli". C'è già chi allude a un asse Chiesa-Lega, di cattoleghismo e di balena verde.

Ma i cosiddetti Governatori hanno il potere di impedire, in quello che ritengono il loro feudo, l'applicazione di una legge dello stato?. Ovviamente no! E quando il ministro della salute li invita, un po' stizzito, a leggersi la legge, prontamente Cota fa marcia indietro, rettifica, precisa e chiarisce che lui applicherà la legge. Questa è ormai una tecnica collaudata nel centro destra. L'hanno imparata tutti dal socio di maggioranza: spararla grossa e poi dare l'interpretazione autentica, con un piccolissimo problema: che per bersela come buona bisogna dimenticare tutto quello che è stato detto il giorno prima.

Il vero potere delle regioni è la scelta tra il trattamento in day osptital o il ricovero di tre giorni.

Zaia però non ha fatto retromarcia. Alla fine farà come Cota ma intanto continua a recitare la parte dell'imperatore del veneto. Teatro, solo teatro. E il presidente brillantina Linetti è un bravo attore che sa reggere la scena.
Che sia questo il federalismo di marca leghista? Se così fosse bisognerebbe parafrasare il ragionier Ugo Fantozzi: per me il federalismo è una cagata pazzesca!

Pietro Tosarello

domenica 21 marzo 2010

Treviso. Scuola sul lastrico: supplenti senza paga, il preside chiede un prestito

TREVISO (21 marzo) - Supplenti che non sono pagati da gennaio e sono costretti a vivere nella più totale precarietà, e diverse attività consolidate, che ne qualificavano l’offerta formativa, sospese. Il dirigente Flavio Moro ha pensato addirittura, rischiando di persona, di chiedere alla banca di appoggio l’anticipazione di fondi che non si sa se arriveranno.

Leggi l'articolo di Giampiero Maset sul sito del Gazzettino
(spero che il link resti attivo)

lunedì 1 febbraio 2010

Dibattito a Castelmassa sul futuro della sanità nell'altopolesine

Incontro pubblico:

QUALE FUTURO PER LA SANITÀ PUBBLICA ALTOPOLESANA

Ospedale "San Luca" di Trecenta
Punto Sanità di Castelmassa e di Badia Polesine

Giovedì 4 febbraio 2010
ore 21:00
presso la sala consigliare del Comune di Castelmassa

Interverranno:

Guglielmo BRUSCO,
Vicepresidente della Provincia di Rovigo, Assessore provinciale alla salute e tutela del cittadino

Pietro TOSARELLO,
Esponente del PD di Badia Polesine

Alberto SIMI
Coordinatore circolo PD di Castelmassa

venerdì 1 gennaio 2010

L’Assemblea regionale del Pd compatta: «No al nucleare»

Un “no” netto al nucleare. Lo ha pronunciato l’Assemblea regionale del Partito Democratico Veneto, il 12 dicembre a Padova, approvando all’unanimità un ordine del giorno messo in votazione all’inizio dei lavori dal presidente Felice Casson.
Il documento impegna la Direzione regionale del Pd a «sollecitare la Giunta e il Consiglio regionale affinché si escluda la costruzione di centrali nucleari nel territorio regionale» e a «opporsi in tutti i modi possibili, comprese le manifestazioni pubbliche e le consultazioni popolari, alla scelta a favore del nucleare».
Leggi la notizia integrale:http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=1155