Zaia e Cota, delirio di onnipotenza o trucchetti da cacciatori di consensi facili?
L'elogio del Vaticano
Bersani: "Non sono imperatori"
Il trattamento con la pillola RU-486 come alternativa all'interruzione volontaria della gravidanza per via chirurgica, è stato approvato dai competenti organismi nell'ambito della Legge 194 del 1978.
Il farmaco è già stato adottato in 30 paesi, tra cui la Francia, la prima, tutti i paesi del nord Europa, e persino uno stato a religione islamica come la Tunisia.
I presidenti delle giunte regionali del piemonte e del veneto, nominati da poche ore, non hanno perso l'occasione per mettersi, come diciamo in veneto, dalla parte del formenton - non so come si dica in piemontese, pardon - e gridare "Mai nei nostri ospedali". Mutuando la propria linea sugli OGM, Zaia ha sentenziato "Non daremo mai l'autorizzazione".
Grande rilievo sui mezzi di informazione. Tutti parlano di Cota e Zaia. La chiesa, con monsignor Fisichella, abbocca istantaneamente e plaude a "atti concreti che parlano da soli". C'è già chi allude a un asse Chiesa-Lega, di cattoleghismo e di balena verde.
Ma i cosiddetti Governatori hanno il potere di impedire, in quello che ritengono il loro feudo, l'applicazione di una legge dello stato?. Ovviamente no! E quando il ministro della salute li invita, un po' stizzito, a leggersi la legge, prontamente Cota fa marcia indietro, rettifica, precisa e chiarisce che lui applicherà la legge. Questa è ormai una tecnica collaudata nel centro destra. L'hanno imparata tutti dal socio di maggioranza: spararla grossa e poi dare l'interpretazione autentica, con un piccolissimo problema: che per bersela come buona bisogna dimenticare tutto quello che è stato detto il giorno prima.
Il vero potere delle regioni è la scelta tra il trattamento in day osptital o il ricovero di tre giorni.
Zaia però non ha fatto retromarcia. Alla fine farà come Cota ma intanto continua a recitare la parte dell'imperatore del veneto. Teatro, solo teatro. E il presidente brillantina Linetti è un bravo attore che sa reggere la scena.
Che sia questo il federalismo di marca leghista? Se così fosse bisognerebbe parafrasare il ragionier Ugo Fantozzi: per me il federalismo è una cagata pazzesca!
Pietro Tosarello
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