mercoledì 19 gennaio 2011

Ricordiamoci di Marchionne

Marchionne ha vinto il suo referendum. L'accordo firmato dalla Fiat con Cisl e Uil ha avuto l'approvazione del 54% dei lavoratori dello stabilimento di Mirafiori. L'uomo forte della Fiat ha battuto la Fiom. Insomma la famiglia Agnelli ha trovato chi fa il lavoro duro in sua vece, loro rimangono dietro le quinte, protetti dalla rilevanza mediatica dell'amministratore delegato.

Dopo Pomigliano, anche a Mirafiori nuove norme peggioreranno le condizioni di vita in fabbrica e il sindacato più rappresentativo sarà escluso dalle future contrattazioni. Ma non è questa la cosa peggiore. Il peggio verrà dopo, quando la voglia del pugno di ferro si estenderà in tutta Italia, quando per tutti i diritti saranno minacciati, quando la vita peggiorerà, per tutti.

Alle difficoltà economiche della crisi, alla cassa integrazione, alla preoccupazione per il mantenimento del posto di lavoro, si aggiungeranno ritmi elevatissimi e l'umiliazione di condizioni contrattuali vessatorie.

Non è difficile immaginare che il disagio sociale si farà pesante. E tra le cause non ci sarà solo la crisi finanziaria ed economica cominciata nel 2008, le cui cause sovrastano la stessa Fiat. Ci sarà anche la volontà degli imprenditori che riterranno di approfittare del momento per comprimere i diritti e il reddito dei dipendenti. Ci sarà, insomma, una volontà precisa, personale, non un destino avverso o lo spettro della globalizzazione.
Penso che, purtroppo, tutto ciò avvelenerà la vita sociale del paese. Difficile evitarlo.

Quando dovremo capire il cambiamento, ricordiamoci delle responsabilità della Fiat e del suo amministratore delegato.

Piero Tosarello