giovedì 29 ottobre 2009

W le primarie e avanti con Bersani

Tre milioni di voti per queste Primarie PD 2009 testimoniano un affetto di partecipazione popolare che va oltre le aspettative, dove si conferma un indicazione di metodo e al tempo stesso un nuovo modello di partito e di democrazia.
Ora si ricomincia: spetterà a Bersani tenere unito il Partito a livello nazionale.
Per quanto riguarda il Polesine invece emerge un dato incontrovertibile, che non può non rivestire una valenza politica locale: si tratta di un risultato che ribalta il voto dei soli iscritti di un mese fa ed i propositi di chi immaginava un PD chiuso nelle stanze della politica e governato con i soli “pacchetti” delle tessere.
In Polesine le mozioni Bersani e Marino si attestano solidamente sopra la soglia del 50% dei consensi e a Rovigo città il dato raggiunge il 60%.
Su questi dati se confermati l’attuale maggioranza che governa il PD è bene che guardi al futuro del Partito e di questa terra in un ottica diversa. In primo luogo la si smetta di dire che si vuole il rinnovamento della politica poi le facce che occupano i posti chiave sono sempre le stesse. Occorrono al più presto nuovi dirigenti politici, formati, con esperienza ma soprattutto fuori dagli schemi dei vecchi apparati e dalle logiche di una classe dirigente che tende solo ad autoriprodursi a livelli sempre più bassi .
Solo così si costruirà un partito solido, aperto al confronto con la società.
Il dato di Rovigo e provincia la dice lunga sul modo e sui metodi con cui si è voluto gestire il Partito dopo la rocambolesca vittoria della provincia.
Da oggi in poi mi auguro che i vecchi metodi appartengano al passato ed emergano finalmente facce nuove.
Tutti sanno che il PD è nato per questo e che i successi di partecipazione come il voto di Domenica lo esortano a proseguire sulla strada del rinnovamento della politica.
Sarebbe sbagliato non tener conto del messaggio politico chiaro allegato a questo voto: il PD si occupi meno di beghe interne e apra la finestra: fuori esiste un altro mondo fatto di cassintegrati, 3,5 milioni di precari, una scuola e sanità pubblica disastrate dai tagli del Governo Berlusconi.

26.10.2009

VANNI BORSETTO
PARTITO DEMOCRATICO (MOZIONE BERSANI)
ROVIGO

domenica 11 ottobre 2009

Il 31 ottobre manifestazione per la sanità in Polesine

Cittadini e personale della Sanità
MANIFESTAZIONE a tutela del diritto alla salute
SABATO 31 OTTOBRE 2009
- ore 9.00 - Concentramento davanti al piazzale Ospedale di Rovigo
- ore 9.30 – Partenza corteo
- ore 11.00 – Arrivo Piazza G. Garibaldi


La Cgil, Funzione Pubblica, da mesi sta raccogliendo i segnali di malessere che vengono dalla società polesana. Ora ha indetto questa manifestazione. E' importante partecipare.
Pubblico di seguito il testo del volantino diffuso dalla Cgil-FP. Ho evidenziato in grassetto le parti che mi sembrano più significative.

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Diventa sempre più importante che di fronte al dilagante concetto che la sanità è un costo, si sovrapponga una forza che al mero concetto finanziario coniughi il diritto costituzionalmente sancito alla salute, senza alcuna distinzione.
La Regione Veneto parla di riduzione delle liste di attesa, di garanzia dei livelli di assistenza, di migliori servizi al cittadino, nella realtà invece si continua a tagliare e nelle Aziende Sanitarie non ci sono operatori neanche per programmare i turni, le ferie e sostituire le malattie.

Molti reparti ospedalieri hanno gravi carenze di personale. Conseguentemente diminuisce il tempo per l’assistenza e la cura di chi sta male.
Si smobilitano i servizi nei punti sanità e nel territorio, aumentando i disagi della popolazione più debole e affossando definitivamente la prevenzione.
Nella nostra Provincia le difficoltà si acuiscono maggiormente, dove, per l’alto tasso di anziani e un territorio ampio e poco popolato, il costo sanitario procapite aumenta.
Tale situazione vede scelte tecniche e politiche che lentamente hanno impoverito i servizi sul territorio con riduzione e chiusura dei servizi e che hanno impoverito i due ospedali periferici concentrando sempre più attività nel capoluogo, in un concetto che vede aumentare gli investimenti sull’ospedale provinciale a scapito della periferia e del territorio.
Ma anche nello stesso nosocomio di Rovigo i problemi non mancano, sembra passare un’idea molto "manageriale" e fredda, per cui, per fare buona sanità, basta spendere un po’… magari un bel po’ di soldi nelle strutture murarie, appropriarsi delle tecnologie più avanzate, acquistare apparecchiature sofisticatissime. Tutte cose utili, utilissime. Siamo d’accordo. Ma se continuiamo a chiudere gli occhi e le orecchie davanti alle tante segnalazioni del personale sulla insostenibilità dei carichi di lavoro, sulla necessità di riorganizzare i servizi tenendo conto del fattore umano, sia utente che dipendente, non andiamo lontano.
Parlare di qualità del servizio sanitario, significa valorizzare le lavoratrici ed i lavoratori del settore, mettere al centro il lavoro di queste persone, avendo ben presente che, per larga parte è dalle loro capacità, dalla loro professionalità che dipende il livello delle prestazioni.

MA QUALE SANITA’ CI STA ATTENDENDO…?

In questi mesi come Funzione Pubblica CGIL abbiamo iniziato una campagna di informazione rivolta a tutti i cittadini ed una raccolta firme tra i lavoratori delle due ULSS Polesane, con l’intento di denunciare la grave situazione in cui sta versando il personale e conseguentemente quanto questo sia direttamente proporzionale alla qualità dei servizi erogati.
La lettera, sottoscritta da circa 1300 dipendenti (ad Adria la raccolta termina nei prossimi giorni), ed indirizzata ai due Direttori Generali e all’Assessore Regionale, ha come finalità ottenere un ripensamento sulle politiche del personale ed un’inversione di rotta rispetto all’attuale tendenza fatta di tagli e riduzioni.
La buona riuscita dell’iniziativa non basta.
Bisogna creare una saldatura tra operatori sanitari e cittadini finalizzata a creare la spinta necessaria affinché si crei un tavolo dove parti sociali, rappresentanti delle associazioni, politica e direzioni delle ULSS si siedano a discutere e confrontarsi sulla nostra sanità, sul nostro diritto alla salute.

Ecco perché come Funzione Pubblica chiediamo a tutta la CGIL, a tutti gli altri Sindacati, a tutta la Politica, a tutte le Associazioni di volontariato e a tutti i cittadini, di aderire alla manifestazione del 31 ottobre dove con una sola voce saremo a chiedere una Sanità più vicina ai bisogni delle persone e più attenta alle proposte dei Sindaci e delle istituzioni polesane, a cui chiediamo, insieme a tutte le forze politiche, di sostenere questa battaglia di civiltà, per il diritto dei nostri cittadini ad una sanità pubblica e di qualità....PER STAREBENE.

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venerdì 9 ottobre 2009

Lo sciopero degli studenti

L'Unione degli Studenti ha indetto per oggi, 9 ottobre 2009, uno sciopero nazionali degli studenti delle scuole superiori.
Ecco il testo del documento contenente le rivendicazioni dei promotori.


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SCIOPERO NAZIONALE STUDENTESCO 9 OTTOBRE 2009

L’Unione degli Studenti lancia un appello alla mobilitazione generale agli studenti e le studentesse per il prossimo 9 Ottobre 2009, attraverso la seguente piattaforma rivendicativa:
  1. Ritiro dei tagli all’istruzione e immediata reintroduzione sul posto di lavoro di tutte le precarie e i precari della docenza e del personale tecnico amministrativo;
  2. Rimessa in discussione radicale del provvedimento di riordino degli istituti superiori che andrà in vigore dal prossimo anno e prevede un drastico taglio di ore al fine di risparmiare soldi;
  3. Portare la spesa pubblica corrente sulla conoscenza e i saperi al 10 % del Prodotto Interno Lordo (contro il misero 3,9% attuale). Le risorse possono essere recuperate annullando la costruzione dei 131 cacciabombardieri f-14 del sistema d’arma Joint Strike Fighter (che il Governo italiano ha autorizzato a costruire per un valore di 14 miliardi di euro) e cancellando il piano di sviluppo infrastrutturale pari a 5 miliardi di euro in favore della dittatura libica di Gheddafi;
  4. Riconversione totale dei circuiti telematici della rete scolastica dal sistema Microsoft al sistema operativo gratuito Linux, con conseguente impiego delle quote di risparmio nell' ammodernamento delle strutture tecnologiche e nel loro impiego a fini didattici;
  5. Legge quadro nazionale per il diritto allo studio: Pur essendo il diritto allo studio materia di competenza delle regioni, chiediamo che lo Stato individui dei livelli minimi di accesso allo studio (trasporti, libri di testo, mense, borse di studio, accesso alla cultura, ecc) ;
  6. Istituzione del “reddito di formazione”, ovvero un reddito per gli studenti, garantito attraverso forme dirette, ovvero borse di studio distribuite a prescindere dal reddito, e forme indirette, ossia l'erogazione gratuita di servizi quali i trasporti, libri di testo, e tutto ciò che rientra nell'ambito della cultura.
    Abolizione della legge 30 che istituisce forme di precarietà devastanti e che impedisce, una volta concluso il ciclo formativo, di accedere ad un lavoro stabile e appagante;
  7. Piano di finanziamento straordinario al fine di coprire l’assistenza totale per il recupero debiti (che il Ministro Fioroni nel 2007 aveva promesso e mai mantenuto per l’impossibilità delle scuole di coprire economicamente i corsi), attraverso sportelli settimanali che possano avviare percorsi individuali di risanamento delle lacune didattiche;
  8. Istituzioni di Commissioni Paritetiche docenti-studenti in tutte le scuole secondarie di 2° grado che possano discutere i metodi e i contenuti delle lezioni (ormai vecchi di decenni, in molti casi) e creare un sistema di didattica partecipata e non schiacciata sulla discrezione dell’insegnante e sulla logica della lezione frontale;
  9. Riforma della valutazione con conseguente ritiro dell’ultimo regolamento varato dal Ministero (che prevede la valutazione in decimi per tutte le scuole, la partecipazione degli insegnanti di religione cattolica agli scrutini in cui si definiscono i crediti formativi, la ammissione alla maturità solo per gli studenti che abbiano sei in tutte le materie, non garantisce gli studenti dal voto in condotta, ecc).
    Abolizione del voto in decimi e istituzione di un sistema di valutazione a giudizio come avviene nella quasi totalità dei Paesi Europei; abolizione voto di condotta; sistema di corsi di aggiornamento permanenti per il corpo docente e introduzione di un sistema di valutazione dell’insegnamento;
  10. Ritiro del PdL Aprea (che mira a privatizzare la scuola trasformando i consigli di istituto in consigli di amministrazione non garantendo la rappresentanza degli studenti) e apertura di un dibattito pubblico sul ruolo e la funzione degli Organi Collegiali e sulla governance scolastica che possa dare avvio ad un provvedimento di Riforma complessiva;
  11. Cambiamento della materia di religione cattolica in “Storia delle religioni e dei culti”, il cui reclutamento del personale docente sia di totale competenza dello Stato e senza alcun peso specifico negli scrutini finali;
  12. Ritiro immediato del “pacchetto sicurezza” e delle forze militari presenti nelle città con finalità di ordine pubblico e ritiro delle ordinanze che impediscono la mobilità dei cortei;
  13. Libero accesso alle informazioni: copertura wi-fi nel 100% del territorio nazionale; potenziamento della Carta “Io Studio” al fine di garantire agli studenti gratuità a musei, cinema, monumenti, teatri e mostre artistiche nazionali e estenzione della carta anche agli studenti universitari;
  14. Non vogliamo mica la luna;
  15. Vogliamo l’universo.

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