Ora si ricomincia: spetterà a Bersani tenere unito il Partito a livello nazionale.
Per quanto riguarda il Polesine invece emerge un dato incontrovertibile, che non può non rivestire una valenza politica locale: si tratta di un risultato che ribalta il voto dei soli iscritti di un mese fa ed i propositi di chi immaginava un PD chiuso nelle stanze della politica e governato con i soli “pacchetti” delle tessere.
In Polesine le mozioni Bersani e Marino si attestano solidamente sopra la soglia del 50% dei consensi e a Rovigo città il dato raggiunge il 60%.
Su questi dati se confermati l’attuale maggioranza che governa il PD è bene che guardi al futuro del Partito e di questa terra in un ottica diversa. In primo luogo la si smetta di dire che si vuole il rinnovamento della politica poi le facce che occupano i posti chiave sono sempre le stesse. Occorrono al più presto nuovi dirigenti politici, formati, con esperienza ma soprattutto fuori dagli schemi dei vecchi apparati e dalle logiche di una classe dirigente che tende solo ad autoriprodursi a livelli sempre più bassi .
Solo così si costruirà un partito solido, aperto al confronto con la società.
Il dato di Rovigo e provincia la dice lunga sul modo e sui metodi con cui si è voluto gestire il Partito dopo la rocambolesca vittoria della provincia.
Da oggi in poi mi auguro che i vecchi metodi appartengano al passato ed emergano finalmente facce nuove.
Tutti sanno che il PD è nato per questo e che i successi di partecipazione come il voto di Domenica lo esortano a proseguire sulla strada del rinnovamento della politica.
Sarebbe sbagliato non tener conto del messaggio politico chiaro allegato a questo voto: il PD si occupi meno di beghe interne e apra la finestra: fuori esiste un altro mondo fatto di cassintegrati, 3,5 milioni di precari, una scuola e sanità pubblica disastrate dai tagli del Governo Berlusconi.
26.10.2009
VANNI BORSETTO
PARTITO DEMOCRATICO (MOZIONE BERSANI)
ROVIGO
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