lunedì 14 settembre 2009

La crisi del PD e il congresso

Il Partito Democratico è stato voluto con le Primarie prima e votato poi da milioni di donne e uomini semplici, pensanti e libere, che sfidando lo scetticismo generale, partitico e mediatico, hanno creduto ancora nella democrazia partecipata e in quella politica nobile sostituita da tempo col dileggio, la rissa verbale, gli incantesimi delle promesse elettoralistiche. Insomma una nuova spinta democratica per un paese da unificare e non dividere, per rimanere convinti europei e guardare con fiducia al futuro dei nostri figli. Per promuovere il PD Valter Veltroni si impose con un nuovo linguaggio fatto di comportamenti semplici, diretti e inequivocabili avversi all’odio politico, al qualunquismo ed alla rassegnazione. A mio avviso questi ultimi elementi introdotti da un ventennio di abbrutimento culturale, imbarbarimento frutto di un sistema televisivo commerciale. Insomma il PD che nacque si propose una sfida concreta a quella “normalità” impostaci da altri nei costumi, nella cultura e nella politica.
Il resto è storia recente. La questione morale, le dimissioni di Veltroni, la debacle elettorale (meno 4 milioni di voti alle Europee 2009) per un partito che nel suo insieme ha smesso di funzionare, ha deluso le speranze di molti e impotente verso l’exploit della Lega e Di Pietro. Il Polesine non è stato da meno ad eccezione di Rovigo dove il PD ha retto all’urto della destra con meno danni registrando dati più confortanti che permettono alla Giunta Merchiori di proseguire con più serenità il cammino difficile cominciato nel 2006.
Ora ci si affiderà al primo Congresso del PD. In molti si saranno fatti l’idea che per il futuro basti un nuovo Segretario. Me lo auguro ma ho l’impressione che la questione politica legata alle mozioni sarà trasversale fino ad un certo punto. Alla fine prevarranno purtroppo gli interessi di bottega, vecchie appartenenze. Altro danno sarà l’enorme dispersione di tempo da qui al Congresso Nazionale. Un prezzo alto per un paese con ritmi della politica velocissimi e che ha bisogno di un opposizione vera che tratti con decisone i temi pulsanti dell’agenda politica: il lavoro, la crisi, la scuola, la ricerca scientifica, la sicurezza dei cittadini insomma il miglioramento delle condizioni sociali. L’unica consolazione è la speranza che si imponga una classe dirigente efficiente e moderna soprattutto in Polesine dove il PD governa la Provincia e il Comune capoluogo ma il rinnovamento della classe politica sconta ritardi fisiologici rispetto ad altre realtà metropolitane e dove permane l’ombra invadente della vecchia politica fatta di rendite di posizione e alle quali ben pochi intendono rinunciare. Spezzare la logica delle correnti che danneggia tutti ma alla quale nessuno intende rinunciare non sarà facile. Lo si è visto all’indomani della vittoria di Tiziana Virgili. Ha destato stupore e sconcerto quanto è accaduto con la vicenda che ha fatto da sfondo all’elezione del Presidente del Consiglio Provinciale Federico Frigato. Insistere su una candidatura non unitaria è stato un errore politico che di fatto non ancora sedato gli animi di molti e ha smorzato bruscamente l’entusiasmo di altri per la conquista della Provincia. D’ improvviso è sembrato di tornare ai grotteschi teatrini della prima repubblica con manuale Cencelli alla mano. Una forzatura inopportuna in un momento difficilissimo questo Partito.
Ha senso in un Partito che si pone in alternativa ad un sistema soffocante di potere promuoversi con gli stessi mezzi? E’ questo il nuovo soggetto della nuova classe dirigente che governerà il futuro del paese? La risposta mi pare scontata.
Su questo però non si dibatte. A volte se va bene si minimizza e anzi qualcuno trova anche il tempo per intervenire in maniera inopportuna e inusuale cercando di evidenziare lacune dove i risultati sono visibili e tangibili (Comune di Rovigo) e magari incurante delle realtà dove il PD ha subito perdite notevoli ed è passato all’opposizione.

Non si può in proposito ignorare l’intervista rilasciata alla Voce di Rovigo il 29.08.2009 del neo Presidente PD del Consiglio Provinciale nonché Assessore alla Cultura di Rovigo Federico Frigato che ingenerosamente imputa alla “sua” Giunta di governare la città ad intermittenza, con scarsa progettualità, rilevandone più difetti che pregi, nel dire che la sua opzione per la Provincia è stata determinata dall’impotenza provocata nel non poter operare, soprattutto nelle frazioni, a “360 gradi” (in altri settori oltre alla Cultura) non risparmiandosi poi nel formulare consigli sull’identikit del suo sostituto (nomina che spetta solo al Sindaco) ed a ricordare al mondo che è solo l’etica e l’educazione ad imporgli di non rivestire due cariche contemporaneamente.
Mi sembra un uscita un po’ stonata, che va oltre il nuovo ruolo istituzionale che egli riveste e che impone a chiunque lo rivesta maggior sobrietà ed equilibrio. Ma davvero è questa la visione politico-progettuale del Presidente del Consiglio Provinciale che nella medesima intervista si propone di imprimere una marcia in più alla politica?
E’ strano che tra tutti i problemi attuali del PD in Polesine si vogliano mettere in risalto solo quelli dove lo sforzo è notevole e i risultati parlano da soli. Egli parla della “sua” Giunta Merchiori con distacco quasi come se alle riunioni dell’esecutivo vi si fosse recato dopo la spesa al mercato ignaro di come la città sia oggi un cantiere aperto, di come i quartieri e le frazioni siano meno degradati rispetto alle promesse non mantenute del centro destra, di come una Giunta con poche risorse (riduzione trasferimenti, abolizione ICI, ecc) lavori dando priorità alle famiglie in difficoltà.

Per il resto è noto che in questi anni “grandi progettualità” non sono possibili per alcuna amministrazione anche se vengono istituiti “assessori a 360 gradi”. Si fa di necessità virtù consci che oggi la gente di Rovigo è più interessata ad un Amministrazione che concluda la riqualificazione urbana e persegua una politica per un nuovo modello di convivenza che salvaguardi la nostra coesione sociale nel nostro Veneto messa sotto pressione dall’eccezionale ondata migratoria e allontani la strumentalizzazione che la destra fa di questo fenomeno, coltivando solamente intolleranza e paura.


VANNI BORSETTO
PARTITO DEMOCRATICO ROVIGO
10 09 2009

domenica 13 settembre 2009

La sai l'ultima?




Ormai non c'è neanche più bisogno di sforzarsi un po' per fare battute e vignette sul premier. Ci pensa lui: basta riportare quello dice e il gioco è fatto.


giovedì 10 settembre 2009