Da
sempre la campagna elettorale esaspera gli animi e tira fuori dal cappello
problemi spesso passati in secondo piano per farne strumento di propaganda…
alla ricerca di facile consenso.
Ci
sembra però che si stia superando ogni limite, questa volta.
Cosa
sta succedendo? Cosa succede nella testa di molte persone che sembrano aver
totalmente dimenticato i più banali valori di rispetto, uguaglianza,
democrazia, che ci sono stati insegnati fin da piccoli e sui quali si fonda l’Italia?
Su Facebook
appaiono dei post per i quali qualche anno fa chiunque si sarebbe indignato:
carichi di odio, razzismo, senza un minimo di carità umana e misericordia
(laica o religiosa, indifferentemente).
Non
è questa l’Italia, non è questo il Veneto, non è questa Badia. I nostri
genitori ci hanno insegnato la carità, l’uguaglianza e il rispetto. Una
comunità che si aiutava vicendevolmente e che aiutava il prossimo, fosse stato
costui italiano o “zingaro”. Quale
monumento di integrazione e tolleranza era anche solo l’istituto fanciulli
sinti di Badia, da qualcuno citato proprio in questi giorni nei networks.
Questi sono i badiesi: persone cordiali e caritatevoli.
E’
ora che chi gira il Veneto aizzando gli animi, fomentando la paura per il
diverso e l’odio nei confronti di chi fugge da morte certa la smetta! Anche
alla luce della tragedia che si è consumata pochi giorni fa (e che in modo più
frammentato si consuma ormai da anni) nelle acque intorno al nostro paese. Una
tragedia che pesa sulle coscienze di tutti noi europei.
E’
ora di assumersi la responsabilità MORALE degli effetti che una campagna
elettorale fatta sull’odio può causare. E’ ora che chi gira il Veneto campando
con lo stipendio da Parlamentare Europeo, (senza poi presentarsi in Europa a legiferare,
cosa per cui sarebbe retribuito da noi tutti) si renda conto di che frutti sta
portando la sua politica di odio. Una politica che ci vorrebbe tutti soffermati
a pensare alle ruspe sui campi rom , senza ricordarci che i rom in Italia sono
lo 0,23% della popolazione, e che solo 40.000 sono quelli che abitano nei
cosiddetti “campi rom” (autorizzati e non). E non ci vorrebbe invece a parlare
di cose serie, di malgoverno, di tangenti, di milioni di euro di sprechi e di
ex governatori agli arresti domiciliari. Una poltrona non vale la distruzione
dei valori di una comunità.
E’
ora di smetterla di speculare sulle paure delle persone. La politica deve dare
fiducia, deve spingere le persone a migliorarsi, deve portare avanti una
società, e non farla regredire ai momenti più bui del nostro (talvolta
purtroppo recente) passato.
A
livello nazionale il potere di un piccolo circolo come il nostro può fare ben
poco. Ma anche l’Italia stessa non può
fare tutto da sola. E’ ora che l’Europa inizi a costituirsi come autentica
unione di stati, con una comune politica Estera e una comune visione. Come
spesso auspicato dal segretario nazionale Matteo Renzi, è ora che l’Europa non
sia più solo un organismo economico, ma torni ad essere l’esempio di tolleranza,
pace e democrazia su cui si è fondata, è ora che si faccia carico COME
COMUNITA’ della tragedia che avviene alle nostre porte, e delle vite di chi,
disperato, si affida ad una bagnarola con a bordo 700 persone, andando incontro
ad una morte POSSIBILE pur di fuggire da una morte CERTA.
Vero,
questo noi possiamo solo auspicarlo… Ma a livello locale i democratici possono
e devono fare molto. Non dobbiamo lasciare che la nostra comunità diventi
terreno fertile per xenofobi e razzisti, non dobbiamo permetterlo.
Badia
è molto di più di questo. Badia è cultura, è storia ed è bellezza. E la
bellezza non può convivere con l’odio. Parliamo con le persone, mostriamo loro
la realtà così com’è e non edulcorata come la vorrebbe qualcuno. I problemi ci
sono, la criminalità c’è, c’è anche qualche comunità che non si integra e non
rispetta le nostre leggi. Ma l’unica vera strada possibile per risolvere certi
problemi è l’integrazione. Integrazione in cui poco si è investito negli ultimi
anni, ma di cui anche a Badia ci sono esempi lodevoli e che ci fanno onore.
Pensiamo ai bambini che ogni anno dal Sahara vengono qui alcuni giorni d’estate
(grazie all’impegno e la passione di tanti volontari), e giocano con i loro
coetanei badiesi. E’ questo che vogliamo insegnare ai nostri figli. E’ questa che abbiamo preso ad esempio,
l’immagine che fa onore a Badia. Non l’odio, non la violenza, non il razzismo.
E’ ora di mettere da parte “coltelli e fucili” e rispolverare quei valori che
ci rendono UMANI. E’ ora di combattere la paura con la razionalità. E’ l’ora di
investire anche nel nostro piccolo un po’ di tempo a parlare con chi, quasi
ormai come ritornello, invece che parlare del tempo, inveisce contro i
clandestini.
Mostriamo
che Badia è di più di questo, questa deve essere la nostra missione di
Democratici.
Manuel Berengan
Coordinatore PD Badia Polesine