lunedì 20 aprile 2015

La campagna elettorale non vale la distruzione dei nostri valori

Da sempre la campagna elettorale esaspera gli animi e tira fuori dal cappello problemi spesso passati in secondo piano per farne strumento di propaganda… alla ricerca di facile consenso.
Ci sembra però che si stia superando ogni limite, questa volta.
Cosa sta succedendo? Cosa succede nella testa di molte persone che sembrano aver totalmente dimenticato i più banali valori di rispetto, uguaglianza, democrazia, che ci sono stati insegnati fin da piccoli e sui quali si fonda l’Italia?
Su Facebook appaiono dei post per i quali qualche anno fa chiunque si sarebbe indignato: carichi di odio, razzismo, senza un minimo di carità umana e misericordia (laica o religiosa, indifferentemente).
Non è questa l’Italia, non è questo il Veneto, non è questa Badia. I nostri genitori ci hanno insegnato la carità, l’uguaglianza e il rispetto. Una comunità che si aiutava vicendevolmente e che aiutava il prossimo, fosse stato costui italiano o “zingaro”.  Quale monumento di integrazione e tolleranza era anche solo l’istituto fanciulli sinti di Badia, da qualcuno citato proprio in questi giorni nei networks. Questi sono i badiesi: persone cordiali e caritatevoli.
E’ ora che chi gira il Veneto aizzando gli animi, fomentando la paura per il diverso e l’odio nei confronti di chi fugge da morte certa la smetta! Anche alla luce della tragedia che si è consumata pochi giorni fa (e che in modo più frammentato si consuma ormai da anni) nelle acque intorno al nostro paese. Una tragedia che pesa sulle coscienze di tutti noi europei.
E’ ora di assumersi la responsabilità MORALE degli effetti che una campagna elettorale fatta sull’odio può causare. E’ ora che chi gira il Veneto campando con lo stipendio da Parlamentare Europeo, (senza poi presentarsi in Europa a legiferare, cosa per cui sarebbe retribuito da noi tutti) si renda conto di che frutti sta portando la sua politica di odio. Una politica che ci vorrebbe tutti soffermati a pensare alle ruspe sui campi rom , senza ricordarci che i rom in Italia sono lo 0,23% della popolazione, e che solo 40.000 sono quelli che abitano nei cosiddetti “campi rom” (autorizzati e non). E non ci vorrebbe invece a parlare di cose serie, di malgoverno, di tangenti, di milioni di euro di sprechi e di ex governatori agli arresti domiciliari. Una poltrona non vale la distruzione dei valori di una comunità.
E’ ora di smetterla di speculare sulle paure delle persone. La politica deve dare fiducia, deve spingere le persone a migliorarsi, deve portare avanti una società, e non farla regredire ai momenti più bui del nostro (talvolta purtroppo recente) passato.
A livello nazionale il potere di un piccolo circolo come il nostro può fare ben poco. Ma anche  l’Italia stessa non può fare tutto da sola. E’ ora che l’Europa inizi a costituirsi come autentica unione di stati, con una comune politica Estera e una comune visione. Come spesso auspicato dal segretario nazionale Matteo Renzi, è ora che l’Europa non sia più solo un organismo economico, ma torni ad essere l’esempio di tolleranza, pace e democrazia su cui si è fondata, è ora che si faccia carico COME COMUNITA’ della tragedia che avviene alle nostre porte, e delle vite di chi, disperato, si affida ad una bagnarola con a bordo 700 persone, andando incontro ad una morte POSSIBILE pur di fuggire da una morte CERTA.
Vero, questo noi possiamo solo auspicarlo… Ma a livello locale i democratici possono e devono fare molto. Non dobbiamo lasciare che la nostra comunità diventi terreno fertile per xenofobi e razzisti, non dobbiamo permetterlo.
Badia è molto di più di questo. Badia è cultura, è storia ed è bellezza. E la bellezza non può convivere con l’odio. Parliamo con le persone, mostriamo loro la realtà così com’è e non edulcorata come la vorrebbe qualcuno. I problemi ci sono, la criminalità c’è, c’è anche qualche comunità che non si integra e non rispetta le nostre leggi. Ma l’unica vera strada possibile per risolvere certi problemi è l’integrazione. Integrazione in cui poco si è investito negli ultimi anni, ma di cui anche a Badia ci sono esempi lodevoli e che ci fanno onore. Pensiamo ai bambini che ogni anno dal Sahara vengono qui alcuni giorni d’estate (grazie all’impegno e la passione di tanti volontari), e giocano con i loro coetanei badiesi. E’ questo che vogliamo insegnare ai nostri figli.  E’ questa che abbiamo preso ad esempio, l’immagine che fa onore a Badia. Non l’odio, non la violenza, non il razzismo. E’ ora di mettere da parte “coltelli e fucili” e rispolverare quei valori che ci rendono UMANI. E’ ora di combattere la paura con la razionalità. E’ l’ora di investire anche nel nostro piccolo un po’ di tempo a parlare con chi, quasi ormai come ritornello, invece che parlare del tempo, inveisce contro i clandestini.
Mostriamo che Badia è di più di questo, questa deve essere la nostra missione di Democratici.

Manuel Berengan
Coordinatore PD Badia Polesine