mercoledì 24 giugno 2009

Dopo la sconfitta alle ultime elezioni il Pd deve aprire la porta al cambiamento

E' giunto il momento di aprire la porta al cambiamento! I risultati della prima tornata elettorale, deve far riflettere tutto il gruppo dirigente del partito democratico. Il dato nazionale e regionale e l'esito delle amministrative vede il Pd al limite del tracollo, un partito che così com'è è ripiegato su se stesso, e non serve più l'antiberlusconismo, ne consolarsi con il fatto che il governo numericamente non è maggioranza nel paese, perché allo stato attuale politicamente non è possibile alcuna maggioranza alternativa. Il dato elettorale europeo segna de facto la fine, o quanto meno la fortissima crisi, di una stagione storica, quella della sinistra socialista, quella dei grandi partiti di massa e dei lavoratori. Se in un periodo di crisi economica, di licenziamenti, di difficoltà finanziarie in tutta Europa i partiti che nel secolo scorso avevano rappresentato quell'istanza di miglioramento delle condizioni di vita delle grandi masse entrano in travaglio vuoi dire che c'è stato uno svuotamento di senso, un errore nella lettura della storia, un'incapacità nel riuscire a reinterpretare e a declinare nel presente i grandi valori del Passato. Noi democratici abbiamo commesso un errore madornale: siamo rimasti in mezzo al guado, schiacciati dal vecchio mentre aneliamo il nuovo. Il partito democratico che in sé annovera principalmente la cultura del socialismo europeo e del popolarismo ha cercato con l'eredità delle due culture politiche europee novecentesche ha cercato di costruire una nuova casa per i riformisti Italiani senza riuscirci, anzi perdendo i consensi delle fette della società che nelle due culture separatamente si riconoscevano (lavoratori, operai e cattolici), senza capire che la società, la cultura, i bisogni, le istanze sono radicalmente cambiate (e questo dato è confermato dall'incapacità di accrescere i consensi di tutti i partiti che si richiamano a radici politiche novecentesche dai comunisti ai verdi, dall'Udc alla destra sociale). E' chiaro quindi che di Filippo Silvestri * la somma culturale di falci e martello, scudi crociati e garofani non sono sufficienti ad affrontare le sfide di un tempo e di un'Italia che è cambiata. Il primo passo per ritornare ad essere una vera forza nella società è il rinnovo generazionale, un ricambio di gruppo dirigente che deve essere sistemico, radicale e convinto. Gli esiti delle urne delle ultime tornate elettorale e la frammentazione ed il correntismo dei mesi passati intemi al Pd testimoniano, con qualche bella e lodevole eccezione, il fallimento di un'intera classe politica cresciuta sulle ginocchia Moro e Berlinguer, ma al contempo l'affermazione, a priori per nulla scontata, con successo quasi ovunque di numerosi giovani, figli della nuova stagione politica che non portano onerosi ed onorati storici vessilli da difendere ma una valigia di sogni e progetti per un grande partito riformista, per un'Italia migliore, per paesi e città più vivibili. Mauro Rubiero, segretario provinciale di Rovigo e candidato ad Adria, è stato il secondo più votato in assoluto e con le sue 238 preferenze è il primo degli eletti del Pd e dell'intero centro sinistra. A Canaro una lista civica del Pd composta al 50% di Under30 strappa con una vittoria netta l'amministrazione aPdl-LegaeUdc. E' il momento che il Partito Democratico faccia camminare idee nuove su gambe nuove, senza chiedere a nessuno delle nuove generazioni di farsi carico di insegne ed ideologie del passato, ma al contrario invitandoli ad uno sforzo d'innovazione dei metodi e delle proposte della politica. Occorre quindi un cambiamento di gruppo dirigente, un gruppo dirigente nuovo, senza ex De o ex Pci, non perché inadatti, non perché vecchi, non perché va di moda urlare il rinnovamento, ma perché occorrono menti, idee e capacità nuove, figlie di una stagione politica nuova. Il Pd non potrà mai rinnovare l'Italia se non saprà rinnovare se stesso, non potrà costruire il futuro se esso stesso non assorbe e metabolizza il futuro. Occorre rielaborare una cultura politica nuova, realmente democratica, che sappia tradurre in proposta politica i nuovi pensatori della contemporaneità, da Baumann a La Touche, ricercando un nuovo senso di cittadinanza attiva e di centralità della persona nella globalizzazione, di óóequita'socÌafè.'aytì^B^teialfrr''' gli uomini, di libertà, di rinnovata attenzione all'ambiente, di una nuova cultura della legalità e di un nuovo senso di moralità nella politica. E questo lavoro potranno farlo solo quelle nuove generazioni, figlio di questa nuova stagione.

Filippo Silvestri

Segretario regionale Giovani Democratici Veneto


Segnalato da Gianni Stroppa

mercoledì 17 giugno 2009

Risultati elettorali. Archivio storico.

Segnato questa pagina del Ministero dell'Interno dove trovare, oltre ai risultati delle ultime elezioni, anche un interessante archivio storico. I risultati delle politiche del 2008 sono in basso a destra.
http://elezioni.interno.it/