martedì 31 marzo 2009

Repressione contro l'Onda


La strategia di Brunetta

di Francesco Raparelli, da il manifesto, 20 marzo 2009


Non c’è che dire, questo governo conosce fino in fondo il linguaggio e la sua straordinaria forza produttiva. «Dire cose false per produrre fatti veri», gridava Radio Alice nel ’77, oggi la stessa invenzione antagonista è diventata metodo di lavoro politico per Berlusconi e per i suoi ministri. Nulla di nuovo d’altronde, prima di gettare il carattere produttivo della menzogna nell’arena politica, Berlusconi ha costruito un impero economico la cui risorsa principale è proprio il linguaggio, la comunicazione, la produzione di fatti veri attraverso informazioni false.Zelante esecutore dello stile berlusconiano è Renato Brunetta. Offenderlo sarebbe cosa facile, è lo sport preferito dai precari e dagli studenti (oltre che dai lavoratori) di tutta Italia. Proviamo piuttosto a prenderlo sul serio. Appena insediato nel suo ministero l’assalto feroce e volgare ai fannulloni, adesso bersaglio principale sono diventati proprio gli studenti e i precari dell’Onda che, dopo i fatti di mercoledì mattina alla Sapienza, sono stati stimolo decisivo per la sua provocazione e la sua smentita a mezzo di provocazione. Ma ripercorriamo la sequenza.Prima parte, in tarda mattinata: gli studenti dell’Onda non hanno rappresentanza, dunque sono dei guerriglieri, dunque vanno trattati come tali. Seconda parte, dopo le dichiarazioni di Fioroni e di Azione Universitaria: gli studenti dell’Onda non sono dei guerriglieri, sono solo dei fannulloni che si divertono ad esser violenti, i guerriglieri, piuttosto, sono una cosa seria.Gli studenti non sono guerriglieri, non per ché non ne hanno la statura etica e politica, ma perché appartengono a una nuova stagione di lotte, perché parlano un linguaggio e si esprimono attraverso pratiche che non sono leggibili con le lenti del passato. Eppure fare questa affermazione falsa significa costruire le condizioni per un fatto vero: la chiusura repressiva e violenta nei confronti del movimento e delle sue istanze. Il gioco delle parole ha un obiettivo concreto, far fuori il diritto al dissenso e la possibilità di lottare per una vita migliore. La seconda parte, la smentita, sceglie il terreno dell’umiliazione: prima la criminalizzazione, poi, misurato il tono delle reazioni politiche, l’offesa, come a dire «non siete all’altezza neanche del crimine, siete solo fannulloni che amano l’ebbrezza della violenza».Cerchiamo di mettere in evidenza, però, i punti politici più rilevanti delle parole di Brunetta e delle cariche violente di ieri mattina. Per il ministro sono criminali o guerriglieri tutti coloro che non hanno rappresentanza negli organi elettivi. Poco importa se a votare alle elezioni della Sapienza sono andati solo il 7% degli aventi diritto: 10.000 studenti, a fronte di 130.000 iscritti, a fronte dei 300.000 studenti (per il 90% romani) che hanno manifestato solo nella data del 14 novembre. Seconda questione: isolare l’Onda, mettere in crisi le alleanze sociali che ha costruito in questi mesi. Inutile dire che i fatti di mercoledì lavorano in questo senso, non fosse altro che sono avvenuti in concomitanza con lo sciopero indetto dalla Cgil. Allora le cose sono molto semplici: se il protocollo sui cortei non viene stracciato, il governo avrà avuto la meglio e l’Onda sarà stata isolata. Se invece le cose dovessero cambiare non solo l’Onda non sarà stata isolata, ma uno spazio di democrazia si riaprirà per tutti quelli che non vogliono pagare la crisi.

(20 marzo 2009)


Segnalato da Ruggiero Arfiero, Marisa Marchesin

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