domenica 15 marzo 2009

La linea dura del mite Dario

Il presidente Berlusconi, che di semplificazioni anche grossolane certo non difetta, ha detto ieri sera che il leader del Pd sarebbe un "cattocomunista".
Ma la novità della giornata è un' altra.

Quest'ultimo, Dario Franceschini, incassata la sprezzante corbelleria, gliel' ha rilanciata con gli interessi, per cui il Cavaliere sarebbe un "clerico-fascista".

Come è abbastanza ovvio, almeno dal punto di vista della storia, e del linguaggio che da quest' ultima trae il proprio ragionevole significato, ecco: tutto si può dire di Franceschini, dc figlio di dc, ma non che sia assimilabile alla parrocchia dei "comunistelli da sacrestia", come li qualificò il cardinal Ottaviani nel 1956. Più o meno allo stesso modo, è davvero arduo raffigurarsi Berlusconi, l' amorale, il disinvolto, il ricchissimo e gaudente inventore della tv commerciale, come un alfiere di quella cupa tendenza che quasi mai, almeno in Italia, riuscì a tenere assieme il manganello e l' aspersorio.

Altri furono i clerico-fascisti di rilievo, nella Spagna di Franco e nel Portogallo di Saalazar - e non cambiavano moglie, non raccontavano barzellette scollacciate, né facevano gestacci, tantomeno scherzavano con i santi, "un laurà de la Madona", "bevo l' amaro calice" e via scherzando, salvo poi riscoprire i valori della cristianità. Eppure colpisce lo stesso per la sua ingiuriosa attualità, questo slittamento dell' offesa sul terreno confessionale; questa specie di ritorsione a sfondo religioso e bipolare. Colpisce nel suo declinante automatismo e un po' anche perché in qualche modo lascia intendere che la fede, ormai, quella vera, non c' entra più nulla.

Tutto si sta sciaguratamente mischiando.

Ecco che cosa succede quando la politica è debole, le idee mancano e i progetti sono fasulli. Fra altare e trono, quando c' è da scambiarsi colpi, la distanza è minima. Per liquidare un avversario che gli ha tolto l' iniziativa e che magari comincia a preoccuparlo, Berlusconi cerca di dargli una parte, di cucirgli un vestito addosso. Poco significa che questo vestito sia falso.

E Franceschini, per tutta risposta, che il mondo ecclesiastico conosce assai meglio del Cavaliere, gli ricama pure lui un costume di scena, ma lo fa con sublime perfidia democristiana, in modo che la Chiesa si dia pure una regolata, perché l' embrione sarà pure importantissimo, ma la pace religiosa e l' entrata di Dio nell' armamentario polemico lo è anche di più. Anche in una vita pubblica che per diversi aspetti ha fatto suoi i moduli del calcio, è difficile fare il tifo.

E più che sgomenti si resta straniti da questo riemergente vocabolario anni cinquanta.

"Catto-comunismo", oltretutto, è perfino più recente. Mai furono chiamati così, per intendersi, i seguaci del Partito della Sinistra Cristiana di Rodanoe Balbo. E' un lascito craxiano, semmai, mentre il polverosissimo "clerico-fascismo" rinvia a certe figure del regime mussoliniano e poi ad alcune poco riuscite operazioni di saldatura tra Dc e Msi, come quella che don Sturzo tentò nel 1952 al comune di Roma. Operazione sventata peraltro da De Gasperi, da Scelba e dal pur giovane Andreotti, che rispetto al comunismo non è che avessero molti complessi. Così, dopo cena, della contesa pseudo-confessionale rimane sul campo poco più che l' artificio retorico, sempre più nudo e spettacolare, come se dopo tutto si trattasse di inventarsi nuove suggestioni per vincere una concorrenza "esterna" sempre più agguerrita.

Vero però è che la politica vive (anche) di parole. Berlusconi finora era il più bravo di tutti a spararle, senza tema di smentita, anzi smentendosi da solo, a tutto spiano.

Ecco, si direbbe che adesso ha trovato pane per i suoi denti.

Non è detto che a masticare non si faccia fatica.


ALFREDO OTTAVIANI Il cardinale Alfredo Ottaviani, primo prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, parlò «di certi comunistelli di sacrestia»

RANIERO LA VALLE Intellettuale, cattolico, è stato direttore de Il Popolo. Esponente dei cattolici progressisti si candida nel Pci come indipendente nel 1976

FRANCISCO FRANCO Il dittatore spagnolo Francisco Franco, il caudillo, fu un nemico feroce dei cattolici schierati a sinistra



Filippo Ceccarelli


Segnalato da Gianni Stroppa

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