giovedì 16 luglio 2009

I candidati del Pd


Sono tre, fino a questo momento, le candidature alla carica di segretario del Pd. Sono quelle di Pierluigi Bersani, di Dario Franceschini e di Ignazio Marino.
Bersani ha dimostrato ottime capacità di governo, Franceschini ha retto bene al dopo Veltroni e si è scontrato a muso duro con Berlusconi, Marino ha parlato con grande competenza e saggezza sul caso Englaro, sul testamento biologico e la legge sulla procreazione assistita.

Bersani potrebbe essere l'uomo giusto per far coincidere il capo del maggior partito della coalizione con il candidato premier, così come avviene nel centro destra. L'altra faccia della medaglia è la scarsa propensione alla comunicazione, non ha ancora in sito internet e non si può facilmente dire che “buchi il video”.
Franceschini è stato il dirigente che più di ogni altro ha criticato Berlusconi, e questo va a suo onore. Ciò che mi ha fatto storcere il naso è stata la sua candidatura dopo aver passato mesi e mesi a negarla. Inoltre non mi sono piaciute alcune motivazioni. In particolare, tra le altre cose, ha detto (cito a memoria) “Non posso, non posso riconsegnare il partito a chi lo ha gestito prima e molto prima”. Non precisa Franceschini chi dobbiamo assolutamente evitare. Prima di lui è stato segretario Veltroni: ce l'ha con lui? Prima di Veltroni c'erano Ds e Margherita, si riferisce ai dirigenti dei due partiti che hanno creato il Pd, Bersani compreso?
Marino potrebbe essere una buona soluzione “trasversale”. Per non essere ex Ds o ex Margherita, tra i tre candidati è quello che potrebbe meglio rappresentare le persone che si sono avvicinate al Pd per dar vita ad un partito realmente nuovo. Tra i tre è quello che a proposito della legge sul testamento biologico ha mantenuto un punto di vista laico e competente. Ma ho trovato insostenibile la sua dichiarazione sulla “questione morale” dopo il caso Bianchini, il coordinatore di un circolo Pd gravemente indiziato per alcuni casi di stupro. Poi ha fatto marcia indietro ma ha lasciato il dubbio di farsi trasportare dalla foga della campagna congressuale a scapito della capacità di giudizio.
Sarà difficile scegliere il candidato giusto.

Ah! dimenticavo, si vuole candidare anche Beppe Grillo. Ci aveva provato anche Marco Pannella nel recente passato. Ma cosa pensano che sia il Pd? Non hanno militato un giorno nel partito, non lo hanno votato, ne han detto peste e corna e pretendono di dirigerlo ai massimi livelli? Ma allora si può candidare anche Berlusconi, così potrà fare il capo della maggioranza e anche dell'opposizione comunque vadano le elezioni.
Ho visto in internet la domanda di iscrizione presentata da Grillo. La quota è di 15 euro, lui ne ha versati 16, uno in più. Con quello che guadagna! Ammazza che spilorcio! Ma Grillo ha fatto una domanda e bisogna rispondere. Propongo di prendere spunto da Totò, un comico che non si è mai reso ridicolo, e di rispondergli MA MI FACCIA IL PIACERE!!!!
Ma forse Grillo ha solo bisogno di spararle grosse in modo da mantenere ancora a 40 euro il prezzo del biglietto per i suoi spettacoli. E rientrare così “dall'investimento” di 16 :-).
Ciao a tutti.

Piero Tosarello

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