sabato 7 febbraio 2009

Senso di responsabilità, questo sconosciuto…


Dal consiglio comunale del 22 Dicembre 2008, quello ormai consegnato alle cronache come il consiglio “del contro-ribaltone” è passato un mese e mezzo.
Quel giorno ero lì, in aula tra il pubblico, a constatare l’effettiva disgregazione di quella maggioranza strampalata ed incerottata uscita dai già imbarazzanti avvenimenti del febbraio 2007.
Di fatto, con le dichiarazioni di Boldrin e Fogagnolo e la comparsa di Tomì fra i banchi dell’opposizione, Meneghin vedeva crollare la raffazzonata coalizione che l’aveva fino a quella sera sostenuto, ritrovandosi ufficiosamente in minoranza.
Tanto da ventilare fin da subito delle amare (ed amareggiate) dimissioni.

Nelle giornate successive ( ma, a dire il vero, già da quella sera stessa) si sono succedute riunioni, incontri e faccia a faccia più o meno segreti fra capigruppo ed esponenti di spicco (anche a livello provinciale) delle varie forze politiche componenti la ex-maggioranza in un clima, a quanto si apprende dalla stampa, piuttosto teso.

Scopo di tutto questo andirivieni: ricomporre i cocci e trascinarsi fino alla fine del mandato in primavera.

E fin qui, anche se a fatica, il discorso può risultare accettabile. Non si può vietare al sindaco di cercare una mediazione per ricostruire la sbilenca struttura che lo ha sorretto fino ad ora. La stessa opposizione di FI (marangoniani) aveva avanzato questa richiesta: o il sindaco si presenta con una maggioranza in consiglio oppure deve dimettersi.
Certo è che, dal punto di vista etico e morale, subire un ribaltone prima ed un contro ribaltone poi, dovrebbe essere uno schiaffo già abbastanza violento da indurre Meneghin e tutta la giunta a fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni seduta stante.

Inoltre le dichiarazioni di Boldrin , confermate dalle recenti dimissioni di Mauro Usini da presidente del consiglio, e le dure parole espresse da Silvia Veronese, a pochi giorni dalle sue stesse dimissioni da assessore alla cultura (Gazzettino 06/02/2009), rimbombano nell’aria come tuoni e sono un pesante atto d’accusa a cui il sindaco e la sua “giunta di minoranza” hanno però reagito facendo “spallucce”. Eppure le accuse degli ex-alleati sono di una gravità estrema e non arrivano dall’ “opposizione”, bensì da chi fino al dicembre scorso partecipava alle decisioni della maggioranza.

Il silenzio dell’amministrazione è inaccettabile e da adito a dubbi. Dubbi che le affermazioni di Boldrin e Veronese siano semplicemente veritiere (e molti fatti avallano questa tesi…)
Ma tutto questo sembra non importare a Meneghin ed ai suoi fedeli, occupati ad un febbrile lavoro di ricucitura pur di rimanere in sella fino alla scadenza naturale del mandato

La cosa che risulta oltremodo insopportabile, in ogni caso, non è di per sé il fatto di voler a tutti i costi rattoppare la coperta.
Inaccettabile è la motivazione ed il fine per il quale si vuole arrivare a questa contorsionistica conclusione.
Motivazione che traspare con chiarezza dalle affermazioni consegnate alla stampa in questi giorni dall’ On. Bellotti, presidente provinciale di AN (Il Resto del Carlino 12/01/2009) e dalle indiscrezioni emerse dopo l’incontro fra l’assessore di FI Renzo Marangon e lo stesso Bellotti (Il Resto del Carlino 03/02/2009) i veri registi occulti dell’operazione “taglia e cuci”.

Dalle dichiarazioni si evince di come a Badia si voglia tenere a tutti i costi in piedi la baracca non per un vago senso di responsabilità o di machiavellica ragion di stato (il senso di responsabilità di questa amministrazione è morto nel ribaltone del febbraio 2007), bensì per evitare una figuraccia devastante al centro-destra ed al nascente Pdl.

Pur di evitare l’onta del commissariamento, che di per se sarebbe un toccasana per il comune di Badia e le casse comunali (vista la manifesta incompetenza di taluni assessori; perlomeno la normale amministrazione verrebbe ridotta al minimo e verrebbero congelate le iniziative di spesa ulteriori) si decide quindi di venir meno al principio secondo il quale prima viene l’interesse della cittadinanza e poi quello personale e di partito.

Una lugubre messinscena per salvare la faccia in vista delle prossime elezioni amministrative, una farsa reiterata che risulta ancora una volta irresponsabile e deleteria per tutta la comunità badiese gettata in faccia ai cittadini con svergognata sfrontatezza. Che si augura arrivi il Commissario Prefettizio, seppur in ritardo di due anni.

Stiamo perciò aspettando se gli strali di Marangon quando chiamava la giunta badiese, nei giorni seguenti il ribaltone di febbraio, “i furbetti del comunello” lanciando minacce ed anatemi: “quello che hanno fatto scatenerà tutte le ripercussioni possibili…” (gazzettino 09/02/2007 e RdC 21/02/2007) avranno effettiva efficacia .

Anche perché risulterebbe incomprensibile alla gente comune la riproposizione di un ennesimo "salvifico" rimpasto da parte di un gruppo consiliare che per molti consigli comunali ha “fustigato” il sindaco .

Non si capisce perciò come sia stato e sarà possibile ricercare l’aiuto dei consiglieri “ripudiati” e messi all’opposizione

Le domande sorgono spontanee : tutto si spiega con il solo attaccamento alla comoda poltrona? Come si può calpestare il bene della comunità per fini esclusivamente elettoralistici, piuttosto che assumersi le proprie responsabilità e farsi da parte riconoscendo i propri errori e la propria inadeguatezza?


Le risposte mi sembrano chiare: a due anni dal ribaltone, ad un mese e mezzo dal contro-ribaltone resto incredulo nel vedere sempre gli stessi attori abbarbicati alle sedie non per coerenza, non per senso di responsabilità verso la comunità, nemmeno per orgoglio, ma solo per mero calcolo politico e personale gettando ancora una volta tutto il peso dei propri interessi su una comunità, quella di Badia Polesine, che merita certamente di essere rappresentata da uomini migliori.


Sarzi Davide (membro del Coordinamento del Circolo PD di Badia Polesine)

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