giovedì 27 agosto 2009

Il pesante degrado in cui versa la scuola a pochi giorni dall'inizio

In che stato versa la Scuola italiana a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico ?
E’ questa la domanda ricorrente in questi giorni che induce a riflettere sui danni prodotti dalla riforma Gelmini.
Dopo mesi in cui si è quasi solo parlato di questioni minori (dal ritorno al grembiule al voto in condotta, dalla sentenza TAR del Lazio su l’ora di Religione alle sceneggiate ferragostane della Lega sui test del dialetto per i docenti) è inevitabile che nell’agenda del Governo trovino spazio le questioni di fondo finora ignorate o tralasciate.
Mi riferisco all’esercito di 120.000 precari tra insegnanti, amministrativi e bidelli di fatto “licenziati” senza alcuna possibilità di reintegro (a Rovigo sono ben 300 i supplenti annuali che non “tapperanno i buchi” come ogni anno) . Un dramma per numerose famiglie al quale finora stampa e Tv hanno dato pochissimo risalto. In primo luogo i media filogovernativi più propensi a contemplare i “miracoli” di governo del Cavaliere che le difficoltà di un paese duramente colpito dalla crisi economica.
Anche su questo, sulla scuola, l’ordine è sempre stato : zitti e mosca. Si parli di tutto ma non dello scempio perpetrato sulla scuola italiana con la riforma Gelmini . In assenza di motivi veri si dica: col maestro unico si riassesteranno i bilanci e si alzerà la qualità dell’istruzione senza dire forte che siamo inferiori rispetto alla media Ocse, dato poco onorevole per l’Italia.
E’ davvero strano il nostro paese: ad Arezzo i precari lavano i vetri ai semafori in mutande, a Salerno salgono sui tetti del Provveditorato per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma della disoccupazione mentre a Roma, nelle sedi preposte, tutto tace ed a Rimini, al meeting ciellino, si discute “a panza piena” se dare soldi alle famiglie dei precari ignorando tutto il resto.
Che ne pensa in proposito la “Lega di lotta e di governo” così attenta in “Padania” a difendere il lavoro in camicia verde, mentre a Roma indossato il doppiopetto non esita a licenziare? Quali slogan lanceranno i leghisti per solidarietà con i 120.000 precari della scuola non riassunti dopo il 15 settembre?
E le famiglie italiane che diranno pensando alla formazione dei loro figli in una Scuola che riaprirà i battenti con classi da 26 bimbi all’Asilo, 27 alle Elementari, 30 alle Medie e Superiori (media europea: 15-20 alunni)?
Davvero si può confidare che questo Governo migliori la qualità istruttiva imponendo tagli che colpiranno indiscriminatamente con nessuno che tenga conto della presenza dei disabili, degli alunni stranieri, delle classi sovraffollate oltre come detto al poco personale ?
Il PD da sempre invoca lo stop a questi tagli che tolgono qualità alla scuola e spogliano il nostro territorio delle prospettive di sviluppo che la scuola può dare.
Il Governo Berlusconi ha l’obbligo morale di prendere atto del fallimento del progetto di ritorno al maestro unico, visto il bassissimo numero di famiglie che ne hanno fatto richiesta e di ripristinare un numero adeguato di insegnanti nella scuola italiana.
Il Partito Democratico chiede si faccia una valutazione vera e seria del lavoro dei docenti e della loro professionalità e che seriamente la messa a norma di tutti gli edifici scolastici unica vera prevenzione ai disastri a cui abbiamo assistito col terremoto.
Solo in questo modo si ridarà dignità alla scuola pubblica italiana.

Vanni Borsetto
PARTITO DEMOCRATICO ROVIGO
27.08.2009

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